Atlante dell'Energia

Shale gas e sabbie bituminose: nuove riserve di combustibili fossili Negli ultimi anni lÕevoluzione delle tecniche estrattive ha permesso lo sfruttamento su scala sempre pi• ampia dei combustibili fossili Ònon convenzionaliÓ: unÕevoluzione che, a livello mondiale, sta cambiando non solo le previsioni sui tempi di esaurimento degli idrocarburi, ma anche alcuni equilibri geopolitici.

• Che cosa si intende per shale gas?

• In che cosa consiste la tecnica del fracking?

I giacimenti di shale gas sono molto più estesi di quelli convenzionali (possono svilupparsi anche per centinaia di chilometri). Occorrerebbe dunque scavare numerosi pozzi su vaste aree, con notevole impatto sia sull’ambiente che sui costi. Questa era una delle ragioni che ne avevano reso poco interessante lo sfruttamento. Oggi invece, grazie alla tecnica della perforazione orizzontale, da un unico pozzo verticale si possono scavare pozzi sotto terra in varie direzioni orizzontali, riducendo così costi e impatto ambientale ( • Figura 1 ). Occorre poi “stimolare” artifcialmente il gas a risalire dalle profondità del sottosuolo. Per favorire il fusso di gas si ricorre al fracking , e cioè alla fratturazione idraulica delle rocce: iniettando un fuido ad alta pressione (generalmente acqua contenente sfere di sabbia, o sferule di ceramica e modesti quantitativi, 0,5% circa, di sostanze chimiche) si creano e si allargano fratture, spazi, pori in cui il gas si insinua più facilmente ( • Figura 2 ). I giacimenti di shale gas sono più longevi di quelli convenzionali, ma la velocità di fuoriuscita del gas risulta elevata all’inizio delle operazioni di fracking per poi decrescere in modo signifcativo.

Oggi le stime sulle riserve mondiali di gas naturale e petrolio sono superiori a quelle del passato ( vedi pag. 42-43 e 52-53), nonostante l’umanità abbia consumato abbondanti quantità di queste risorse. Ciò è dovuto ai progressi delle tecniche estrattive, che permettono di estrarre utilmente gas e petrolio anche dai giacimenti defniti “non convenzionali”, un tempo ritenuti non sfruttabili: infatti, il recupero di idrocarburi da queste riserve appariva tecnicamente impossibile o economicamente troppo dispendioso. La principale novità è costituita dallo sfruttamento su larga scala del cosiddetto shale gas (o gas da argille), il più importante tra i “gas non convenzionali”. Lo shale gas si trova intrappolato in accumuli di rocce argillose, in genere tra i 2000 e i 4000 metri di profondità. A differenza delle rocce dei giacimenti convenzionali, permeabili e porose, quelle argillose risultano poco permeabili; ciò rende più complessa l’estrazione, perché non basta perforarle per far fuire il gas in superfcie. Come nel caso dei giacimenti convenzionali, gas e petrolio si possono trovare in combinazione, ma più spesso il gas si trova da solo.

Appunti di... ❱

...tecnologia: ❱ Analogamente a quanto accade per il gas, in natura esistono consistenti giacimenti di petrolio intrappolato in rocce argillose: viene chiamato tight oil ed è estraibile con tecniche affini a quelle usate per lo shale gas. Con la definizione shale oil , invece, a volte si indica un altro tipo di petrolio non

convenzionale, ricavato da scisti bituminosi (ossia da particolari rocce ricche di bitume) e più correttamente definito kerogen oil . La tipologia di giacimenti non convenzionali di petrolio che sta assumendo un ruolo determinante è però un’altra. Si tratta delle sabbie bituminose ( oil sands ), abbondantissime in Canada e

Venezuela : un misto di sabbia, argilla, acqua e bitume dal quale si possono ricavare gli stessi derivati del petrolio tradizionale. Alcuni giacimenti di sabbie bituminose vengono sfruttati con miniere a cielo aperto, dal forte impatto paesaggistico; la sabbia rimossa è sottoposta a trattamenti con acqua calda e composti chimici che separano il

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