Atlante dell'Energia

• Quale contributo fornisce l’idroelettrico tra le fonti energetiche a livello mondiale? • Quali vantaggi (e svantaggi) comporta la costruzione di grandi impianti idroelettrici? Sostanzialmente stabile nei paesi occidentali e in fase di sviluppo in quelli emergenti, l’idroelettrico è una fonte energetica signicativa nel mondo. Mentre molte catene montuose sono ricche di grandi centrali, si guarda con interesse a impianti di bassa potenza e a ridotto impatto ambientale. Energia idroelettrica: nel mondo

CANADA 59%

STATI UNITI 6,5%

Nel mondo sono in funzione circa 800.000 dighe collegate a impianti idroelettrici che, nel complesso, forniscono il 2,3% dell’energia primaria e quasi il 16% dell’elettricità mondiale ( • Figura 1 ). Si tratta della fonte rinnovabile di gran lunga più sfruttata per produrre energia elettrica. I colori del planisfero della • Figura 2 mostrano la produzione idroelettrica interna per ogni Stato. Oltre il 60% di tutta l’energia idroelettrica mondiale è prodotto in quattro grandi paesi: in ordine decrescente, Cina (oltre 700 milioni di kWh), Brasile, Canada e USA. I paesi che non dispongono di impianti di questo tipo sono generalmente piccole isole, o si trovano in aree prive di dislivelli orografci e scarsamente piovose (Medio Oriente). Invece, paesi come Norvegia, Albania, Paraguay, Nepal, Tagikistan, Mozambico, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, Namibia ed Etiopia producono con l’idroelettrico oltre il 95% dell’elettricità che consumano. Gli impianti maggiori si trovano in Cina ( vedi l’approfondimento sulla diga delle Tre Gole a piè di pagina) e in America Latina, dove spicca la gigantesca diga di Itaipú, tra Brasile e Paraguay.

Centrali idroelettriche di grandi dimensioni si trovano anche negli USA, dove risale addirittura al 1940 la prima fase della costruzione della diga della Grand Coulee (Grand Coulee Dam), tuttora tra i primissimi impianti al mondo per capacità installata. In conclusione, se si vuole stilare un bilancio generale dell’energia idroelettrica, almeno per i grandi impianti, si possono enumerare i seguenti vantaggi principali: • costruita la diga, l’energia che se ne ricava è rinnovabile e duratura, e la sua produzione è relativamente stabile, non risentendo delle discontinuità del solare e dell’eolico; • non si producono rifuti e inquinanti in modo diretto; • il rendimento (la quantità di energia che viene trasformata da una forma all’altra) è molto più alto rispetto sia alle altre fonti rinnovabili (vento, sole, maree), sia alle fonti non rinnovabili e supera l’80%; • le riserve d’acqua possono essere utilizzate in modo fessibile, bilanciando così la produzione in base alla domanda di energia elettrica ( vedi pag. 84); • il sistema turbina-generatore può essere spento o acceso e portato a pieno regime in tempi brevissimi.

BRASILE 80,6%

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l’impianto (con una capacità installata di 22.500 MW) può produrre 104 TWh annui, cioè circa il 2,5% dell’energia elettrica consumata nel paese. Un potenziale interessante per uno Stato la cui sete di energia cresce ogni anno, e che dipende ancora in larga misura dal carbone. La costruzione della diga ha però avuto gravi ricadute sia a livello ambientale, distruggendo l’habitat di molte specie viventi e stravolgendo gli equilibri ecologici, sia a livello sociale:

❱ Mentre nei paesi occidentali il boom della costruzione di dighe è finito già da mezzo secolo, nei paesi in via di sviluppo e in quelli di recente industrializzazione oggi si realizzano mega-progetti su grandi fiumi. Nel 2012 in Cina è stata conclusa la diga più grande al mondo , detta “delle Tre Gole” ( nella foto ). Lunga 2,3 km e alta 185 m, sbarra il fiume più lungo d’Asia, il Chang Jiang (5800 km), creando un bacino di 1084 km 2 . Grazie all’impiego di 32 turbine,

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