Atlante dell'Energia

Consumo di energia elettrica

Europa ed ex-Urss 4527

(2011)

TWh

più di 4000 da 500 a 1000 da 100 a 500 da 50 a 100 da 10 a 50 da 0 a 10

Medio Oriente 702

• FIGURA 2 - Planisfero rappresentante i consumi elettrici globali del 2011 suddivisi per paese e per grandi aree geografiche; nella legenda, i valori sono espressi in TWh, Terawattora (1 Terawatt = 1.000.000.000.000 W, mille miliardi di watt).

Asia e Oceania 7586

1990

35%

Africa 584

paesi non Ocse

65%

paesi Ocse

2011

• FIGURA 3 - Distribuzione dei consumi elettrici mondiali tra paesi OCSE e non-OCSE nel 1990 e nel 2011.

%

50,3%

49,7%

• FIGURA 1 - Il grafico evidenzia la crescita progressiva dei consumi elettrici mondiali tra il 2001 e il 2011. Il trend si era già manifestato nel decennio precedente, e secondo tutte le previsioni la crescita proseguirà a ritmi sostenuti anche nel prossimo futuro ( vedi pag. 132-133).

eolico, fotovoltaico e altre rinnovabili 1,5%

idroelettrico 18,1%

• FIGURA 4 - Produzione mondiale di energia elettrica nel 1990 e nel 2011 suddivisa per fonte. In questo periodo la produzione totale di energia elettrica è quasi raddoppiata: in termini assoluti, dunque, quasi tutte le fonti sono cresciute. L’unica eccezione è costituita dal petrolio, il cui contributo è calato da 1330 a 1060 TWh.

carbone 37,5%

TWh

nucleare 17%

20.000

eolico, fotovoltaico e altre rinnovabili 4,5%

gas 14,6%

18.000

petrolio 11,3%

idroelettrico 15,8%

1990

16.000

nucleare 11,7%

carbone 41,3%

14.000

gas 21,9%

petrolio 4,8%

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 12.000

2011

Appunti di... ❱

...economia: ❱ Il ruolo delle diverse fonti nella produzione di energia dipende da più fattori, ma in genere è determinante l’ aspetto economico . Il calo dell’uso del petrolio, per esempio, cominciò negli anni ’70 a causa di una grave crisi internazionale che ne determinò l’aumento dei prezzi. In Cina , oggi massimo produttore di elettricità al mondo, il carbone è fondamentale (ha un peso del 79%): si tratta infatti di una fonte in sé poco costosa. Negli Stati Uniti ,

cosiddetto “carbone pulito”, vedi pag. 66-67). È importante considerare che, soprattutto nell’UE, a determinare l’economicità di una fonte rispetto alle altre sono anche le scelte politiche dei governi, che attraverso provvedimenti fiscali come la carbon tax (una tassa sulle risorse energetiche che emettono CO 2 ) possono rendere più costosa la produzione di energia da fonti fossili e favorire invece le rinnovabili.

ricchissimi di carbone, questa fonte genera il 37% dell’energia elettrica, ma va aumentando il ruolo del gas naturale (30%), i cui prezzi si sono notevolmente abbassati grazie allo sfruttamento dei giacimenti non convenzionali ( vedi pag. 60-61). L’ UE , che vive una condizione di dipendenza energetica (vedi pag. 36-37), investe per sostenere le rinnovabili (21%) e bilancia le sue fonti: nucleare 27,6%, gas naturale 22%, carbone e altri combustibili solidi 26% (puntando sul

111

Powered by