L’Italia, un paese povero di fonti primarie di energia, ne importa grandi quantità, come indica la sua “fattura energetica”. Mostra però un buono sviluppo della geotermia e ottime potenzialità per il solare e l’eolico, grazie alla sua posizione geogra ca. Energia: focus Italia
• Quali sono le “anomalie” energetiche dell’Italia rispetto all’Europa?
• Come viene prodotta l’energia elettrica nel nostro paese?
come dimostra la sua fattura energetica nazionale ; ciò è in parte dovuto alle caratteristiche geologiche del territorio, che risulta povero di risorse primarie fossili. Il nostro paese è anche un notevole importatore di energia elettrica (circa il 14% del totale). La potenza netta installata è di oltre 124.000 MW, in grado di produrre più dell’energia elettrica consumata. Tuttavia l’elettricità prodotta all’estero, in particolare quella proveniente dalle centrali nucleari, ha spesso costi minori di quella nazionale. Così importiamo energia elettrica soprattutto da Francia, Svizzera e Slovenia ( vedi pag. 104-111). L’energia elettrica prodotta in Italia proviene per circa il 67% dalla combustione di fonti fossili ( • Figura 1 ), soprattutto gas naturale e carbone, in misura minore derivati del petrolio; per l’8% si ottiene da altri combustibili, come biogas e biomasse, e dalla termovalorizzazione dei ri uti solidi urbani; dalla somma di più fonti rinnovabili proviene invece circa il 25% dell’energia elettrica prodotta, un contributo superiore alla media di molti tra gli altri grandi paesi europei ( • Figura 2 ).
In Italia, i consumi pro capite sono mediamente più bassi che in molti altri paesi europei, mentre le destinazioni d’uso sono paragonabili a quelle tipiche di un paese sviluppato di quest’area geogra ca. Le differenze riguardano invece le fonti utilizzate. • Del tutto assente il contributo del nucleare ; attualmente in Italia non ci sono centrali in esercizio ( vedi pag. 68-75). • Un’elevata percentuale di energia, ben al di sopra della media europea, è ricavata dal gas naturale , in larghissima parte importato: solo l’11% deriva da giacimenti nazionali ( vedi pag. 58-59). • Anche per il petrolio e i suoi derivati l’Italia denota una notevole dipendenza: solo il 6% circa del totale proviene da giacimenti nazionali.
• FIGURA 1 - Contributi delle varie fonti primarie alla produzione di energia elettrica in Italia (dati 2011). La percentuale coperta dalle fonti rinnovabili è maggiore di qualche punto percentuale rispetto alla media europea, una caratteristica che andrebbe ulteriormente sviluppata per diversificare maggiormente il panorama energetico.
• Il carbone , quasi tutto importato, trova un impiego percentualmente inferiore
Eolico 3%
Geotermico 2%
Fotovoltaico 4%
rispetto agli altri paesi europei (ad eccezione della Francia, che conta su un’alta produzione
Biogas, biomasse, rifiuti solidi e altro 8%
di energia nucleare), circa la metà rispetto alla media dell’Unione Europea ( vedi pag. 62-67).
Questo signi cativo impiego di fonti rinnovabili deriva:
Idroelettrico 16%
• in larga parte dal contributo dell’ energia idroelettrica (16% del totale) che ha conosciuto un vero e proprio boom nel secondo dopoguerra ( vedi pag. 88-89);
L’Italia è quindi fortemente dipendente dalle importazioni per il proprio fabbisogno energetico,
Combustibili fossili 67%
PAROLE ❱
Fattura energetica italiana (milioni di F )
Fattura energetica nazionale Per uno Stato, è la somma di denaro speso annualmente per importare risorse energetiche dall’estero . Può essere considerata nel suo complesso (fattura totale comprendente tutte le fonti) oppure scorporata (fattura per il petrolio, per il carbone ecc.). L’entità della spesa dipende naturalmente da molti fattori economici e politici e dalle congiunture nazionali e internazionali, ma un buon indice di confronto può essere quanto la fattura energetica incide sul Prodotto
60.000
Interno Lordo (PIL) , che è un indicatore approssimato della produttività generale di un paese. Per esempio, i dati dell’Unione Petrolifera riportano una fattura energetica, per l’anno 2013, di oltre 56.000 milioni di euro, pari al 3,6% del PIL. Il grafico riporta l’andamento della fattura energetica italiana nel periodo 1990-2013: le oscillazioni non dipendono solo da variazioni dei consumi ma soprattutto dall’ andamento dei prezzi di petrolio e gas.
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
0
1980
1990
2000
2010 2013
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