Atlante dell'Energia

LE FONTI ENERGETICHE FOSSILI

• FIGURA 3 - Le navi FPSO sono utilizzate per estrarre greggio da sistemi sottomarini di pozzi di produzione. Oggi queste navi possono essere lunghe più di 300 m e alte oltre 30, e sono in grado di stoccare anche 2 milioni di barili di greggio, separandone le diverse tipologie; in genere il petrolio stoccato viene poi caricato su navi petroliere che lo trasportano a destinazione.

La forte pressione cui è sottoposto il giacimento spinge il greggio attraverso i pori e le fratture della roccia, verso lo sbocco in superfcie. Questo fusso “spontaneo”, che può durare alcuni anni, si defnisce produzione primaria . Quando il greggio perde pressione, il fusso si arresta ed è necessario attivare pompe di aspirazione o iniettare gas, acqua o vapore per ricreare la pressione adatta alla fuoriuscita del petrolio, con aumento dei costi. Nonostante questi processi di recupero della produzione secondaria , nel pozzo può restare fno

Derrick: è una robusta torre metallica che può raggiungere

all’80% di greggio, per l’impossibilità di estrarlo, o per i costi troppo elevati. I miglioramenti delle tecnologie e le variazioni di mercato possono portare alla riattivazione di pozzi precedentemente dismessi.

Carrucole: sistema semplice per l’innalzamento e l’abbassamento del dispositivo di perforazione

decine di metri in altezza; serve come sostegno e manovra del dispositivo di perforazione

Tavola rotante: imprime movimento

rotatorio all’asta di perforazione

Motore: aziona argano e tavola rotante

Pompa a motore: spinge il fluido di raffreddamento fino all’imboccatura dell’asta di perforazione

Fango di scavo: lubrifica e raffredda lo scalpello, impedisce la fuoriuscita del greggio

Scalpello: serve a perforare il sottosuolo fino a raggiungere il giacimento petrolifero; collegato all’estremità dell’ultima asta di perforazione, ha una “testa” dotata di protuberanze realizzate con materiali resistentissimi come il carburo di silicio, chiamato anche “carborundum”, e i diamanti sintetici

Il fluido scende dalle aste di perforazione e risale nel tubo metallico di contenimento portando in superficie i frammenti di roccia prodotti

• FIGURA 1 - Pozzo di estrazione.

anche per l’ambiente. Una delle tecnologie più avanzate nella ricerca petrolifera riguarda i giacimenti offshore ed è la R3M ( Remote Reservoir Resistivity Mapping ), basata su un principio molto semplice. I giacimenti di petrolio e gas naturale sono caratterizzati da bassa conducibilità elettrica, che si può misurare inviando onde elettromagnetiche a frequenza estremamente bassa e registrandone il “ritorno”. Si ottengono così mappe assai precise delle profondità della crosta oceanica, sulle quali si individua la presenza di trappole petrolifere.

(sulla terraferma) e idrofoni (in mare). Il percorso e l’intensità delle onde sonore riflesse dipendono dal tipo e dalla densità degli strati rocciosi attraversati; le rocce petrolifere rispondono con onde caratteristiche e riconoscibili. Una volta individuato un potenziale giacimento, la fase successiva è la perforazione, per valutarne la possibilità di sfruttamento. Oggi con le “sismiche” elaborate da potenti computer si costruiscono modelli 3D dei giacimenti prima di trivellare, riducendo le perforazioni inutili con benefici

45

Powered by