Atlante dell'Energia

LE FONTI ENERGETICHE FOSSILI

volta liquefatto, riduce il proprio volume di circa 600 volte. Durante la fase di liquefazione si ottiene anche la rimozione delle impurità: ossigeno, anidride carbonica, zolfo e acqua. Questa operazione si compie in impianti – deniti in gergo tecnico “treni di liquefazione” – situati nel luogo stesso di produzione oppure, dopo un parziale percorso in gasdotto, in impianti situati lungo la costa, dove possono attraccare le

• FIGURA 1 - I metanodotti situati in zone fredde non possono essere interrati a causa del suolo congelato.

navi metaniere ( • Figura 2 ). A questo punto, il GNL inizia il suo viaggio via nave verso i luoghi di destinazione. Durante la navigazione deve essere mantenuto a temperatura costante, perciò i serbatoi delle metaniere sono dei grandi “thermos” a tenuta

• FIGURA 3 - Il Terminale GNL Adriatico è ubicato nell’alto Adriatico, 15 km al largo di Porto Levante (Rovigo). È costituito da una struttura in cemento armato (la prima al mondo offshore) più grande di due campi da calcio allineati e alta come un edificio di dieci piani. La maggior parte è sott’acqua perché posata sul fondale marino a circa 29 metri. All’interno ci sono due serbatoi per lo stoccaggio del GNL e sulla sommità sono collocati l’impianto di rigassificazione, gli impianti ausiliari e un modulo

alloggi per il personale. Complessivamente l’intero impianto è lungo 375 m e largo 115. Il terminale è collegato alla rete nazionale di distribuzione del gas tramite un metanodotto

ed è in grado di fornire 8 miliardi di m 3 di gas naturale l’anno (il 10% circa dei consumi italiani). Il gas proviene per lo più dal Qatar, dal campo “North Field” — il più grande giacimento di gas al mondo — e viene liquefatto nel paese di estrazione prima di essere trasportato in Italia.

stagna e perfettamente coibentati. Con il loro carico di “energia liquida”, a -162 °C, le navi metaniere raggiungono i rigassicatori . La maggior parte si trovano lungo le coste (onshore), alcuni sono dislocati al largo (offshore). Il loro compito è quello di ricevere, immagazzinare e quindi rigassicare il GNL, per

• FIGURA 2 - Le prime navi metaniere, varate negli anni ’60, trasportavano fino a 75.000 m 3 di GNL. Oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, l’ultima generazione delle navi metaniere Q-Max è in grado di stivare fino a 266.000 m 3 di GNL destinato alla rigassificazione. Nel 2013 è stato varato lo scafo di una supermetaniera destinata a essere il mezzo marino più grande al mondo, la Prelude: lunga 488 m, sarà insieme una nave e una piattaforma risorsa fondamentale per diversicare le importazioni di gas (destinate ad aumentare considerevolmente nei prossimi anni) e per garantire la sicurezza energetica dell’UE. Inoltre si stanno sviluppando e diffondendo tecnologie per l’utilizzo diretto del GNL come carburante per navi e automezzi pesanti. per fare del nostro paese un hub (cioè uno snodo fondamentale) del trafco di gas naturale per l’Europa del Sud. Anche l ’Unione Europea punta sullo sviluppo delle infrastrutture per il GNL, considerato una

poi inviarlo alla rete di distribuzione. L’Italia attualmente possiede tre terminali di rigassicazione. Uno è situato a Panigaglia, in provincia di La Spezia, ed è in funzione dagli anni ’70 con capacità di circa 3 miliardi di m 3 all’anno. Gli altri due sono offshore: si trovano uno in alto Adriatico ( • Figura 3 ), operativo dal 2009 con capacità di 8 miliardi di m 3 all’anno; e l’altro al largo della costa livornese, inaugurato nel 2013, con una capacità di 3,75 miliardi di m 3 all’anno. La Strategia energetica nazionale varata dal Governo italiano nel 2013 prevede la realizzazione di nuovi rigassicatori,

gas

galleggiante, in grado non solo di trasportare il GNL, ma anche di estrarre gas dai giacimenti e liquefarlo a bordo.

Utilizzatori finali

Processo di rigassificazione

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