18 CANADA In tutto il ciclo del nucleare, che va dall’estrazione delle rocce uranifere allo stoccaggio delle scorie radioattive, restano ancora molti nodi da sciogliere sui grandi temi della tecnologia, dell’economia e della sicurezza. Energia nucleare: nel mondo
• Qual è la situazione mondiale degli impianti nucleari? • Quali sono le problematiche principali legate all’energia atomica?
Nel 2011 le centrali nucleari hanno fornito quasi il 12% dell’energia elettrica prodotta nel mondo, pari a poco meno del 5% dell’energia primaria complessiva; soltanto pochi Stati usano, comunque in modo marginale, gli impianti nucleari civili per scopi non elettrici, soprattutto per la desalinizzazione dell’acqua e per il riscaldamento. Secondo il rapporto Nuclear Power Reactors in the World, pubblicato dall’ IAEA e riferito all’anno 2011, gli impianti attivi erano 435 distribuiti in 31 paesi ; a questi si aggiungevano altri 65 reattori in fase di progettazione o costruzione, mentre 5 risultavano in fase di spegnimento ( • Figura 1 ). Si tratta di una fonte energetica il cui sfruttamento è in rapida crescita nei paesi di recente industrializzazione e in via di sviluppo, in particolar modo Cina, India e Russia; in termini di ef cienza, infatti, rappresenta un’ alternativa ai combustibili fossili , rispetto ai quali ha il vantaggio di non comportare emissioni di gas serra. Un incidente, però, potrebbe avere un grave impatto su popolazione e ambiente: per questo in Europa, dopo ciò che è accaduto a Fukushima nel 2011 ( vedi la rubrica Pensaci su a fondo pagina), diversi paesi hanno rallentato o interrotto la costruzione di nuovi reattori, come era accaduto anche dopo l’incidente di Chernobyl; e in alcuni casi (Germania, Svizzera, Belgio) hanno deciso di ridimensionare o addirittura rinunciare al nucleare entro i prossimi due decenni.
Ovunque, i fatti di Fukushima hanno portato a un più intenso impegno per lo sviluppo di tecnologie e procedure di sicurezza . La scommessa energetica nucleare si basa infatti su alcuni capisaldi fondamentali:
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• Un corretto e sicuro smaltimento delle scorie .
Il funzionamento delle centrali nucleari di seconda e terza generazione implica la produzione di scorie radioattive e pone il tema del loro stoccaggio, che è allo stato attuale l’unico modo praticabile di smaltirle. Poiché la radioattività perdura a lungo, i siti più idonei sarebbero cavità nel sottosuolo in zone geologicamente stabili. La tecnologia attualmente a disposizione ne permette l’isolamento in appositi contenitori sigillati chiusi in camere di contenimento a 500-1000 metri di profondità. • Un sempre pi• alto standard di sicurezza . Le centrali di terza generazione, che hanno cominciato a fare la loro comparsa in Giappone e Finlandia, offrono maggiori garanzie sotto il pro lo della sicurezza, essendo dotate di un più ricco corredo di sistemi automatici di controllo e di un nòcciolo meglio protetto e isolato.
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IAEA, International Atomic Energy Agency
❱ La storia dello sfruttamento dell’energia nucleare a fini civili conta purtroppo alcuni drammatici incidenti. Il più grave avvenne nel 1986 a Chernobyl , in Ucraina (all’epoca parte dell’URSS), a causa di difetti strutturali o di manovre errate. Secondo l’ONU, la fuoriuscita di materiale radioattivo causò la morte di 4000 persone. Del 2011 è invece l’incidente della
centrale giapponese di Fukushima , determinato da un devastante terremoto seguito da maremoto che ha messo fuori uso i sistemi di raffreddamento dell’impianto. È così fuoriuscita una quantità di radioattività pari a un decimo di quella liberatasi a Chernobyl, che ha contaminato soprattutto il sottosuolo e le acque marine, con effetti destinati a protrarsi ancora per lungo tempo.
Organizzazione delle Nazioni Unite nata nel 1957, con attuale sede centrale a Vienna. Il suo obiettivo principale è quello di contribuire all’uso dell’energia atomica per scopi civili, garantendo la cooperazione nel campo nucleare. Lavora per la promozione di tecnologie applicate sicure, costruttive e soprattutto pacifiche.
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