Atlante dell'Energia

• FIGURA 2 - Nel planisfero sono

evidenziate le aree dove il magma si insinua nella crosta determinando fenomeni di vulcanismo primario e manifestazioni geotermiche dette di “vulcanismo secondario”. L’attività si concentra soprattutto lungo i confini delle placche tettoniche. Ma esiste anche un vulcanismo lontano dai margini di placca: sono gli “hot spots”, pennacchi di magma di origine molto profonda che non seguono la deriva delle placche e possono quindi trovarsi variamente distanti dai margini.

viene impiegata secondo tre modalità principali: • impiego diretto di acque calde o vapore da sorgenti o serbatoi posti in prossimità della superfcie (riscaldamento domestico, di serre, allevamenti ecc.); • produzione di elettricità presso impianti, detti geotermoelettrici , che richiedono acqua o vapore ad alta temperatura (150-350 °C) prelevati, tramite perforazione, entro un paio di chilometri di profondità; • uso di pompe geotermiche che sfruttano il gradiente termico del sottosuolo per il riscaldamento e il condizionamento di edifci anche in zone relativamente lontane dal sito di produzione.

il magma del mantello esterno risale verso la superfcie, insinuandosi nelle fratture o lungo le faglie della crosta; nei pressi di queste aree, il gradiente termico è assai più elevato ( • Figura 2 ). Secondo la teoria della tettonica a placche , tali zone si trovano proprio ai confni di zolle tettoniche adiacenti e sono associate a camere magmatiche vulcaniche e serbatoi geotermici , strati permeabili in cui scorre il fuido caldo, materia prima della risorsa geotermica. In superfcie i serbatoi originano spesso fenomeni anche molto evidenti, come sorgenti calde, geysers e fumarole (getti di gas e vapori) ( • Figura 3 ). Da millenni l’uomo sfrutta gli effetti del calore interno terrestre, per esempio con le acque termali. Bisogna però attendere l’inizio del ’900 perché l’energia geotermica, sotto forma di acqua calda e vapore, venga utilizzata per il riscaldamento diretto e per la produzione di elettricità. Il geotermico è defnito fonte rinnovabile, in quanto il calore della Terra si può considerare inesauribile e l’acqua che lo veicola è in genere rimpiazzabile ( vedi la rubrica Energia intelligente a fondo pagina). L’energia geotermica

• FIGURA 3 - Schema generale di un serbatoio geotermico naturale: l’acqua piovana che si infiltra in profondità (dall’area detta “di ricarica idrica”) viene via via riscaldata dal calore geotermico, mantenendo la riserva del serbatoio potenzialmente sfruttabile.

Pozzo geotermico

Area di ricarica idrica

Geyser o soffione

Infiltrazioni fredde

Strato impermeabile

Acqua calda

Serbatoio

Flusso di calore geotermico

Strato impermeabile

Intrusione magmatica

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Impianto geotermico

❱ L’energia geotermica è una risorsa considerata rinnovabile perché il calore della Terra è praticamente inesauribile; tuttavia, questo potrebbe non valere per l’acqua, liquida o sotto forma di vapore, che ne è il veicolo. Così, ormai da molti anni, il geotermico viene attentamente “coltivato”, cioè si cerca di evitare che la quantità di fluidi idrotermali estratti superi in qualche misura

la capacità di ricarica naturale dei serbatoi geotermici derivanti dalle acque piovane. In sostanza, si inietta l’acqua ormai raffreddata (dopo l’uso) nel serbatoio sotterraneo da cui è provenuta, con operazioni tecnicamente complesse ma che riescono a ricaricare e mantenere vitale e costante il rifornimento anche in aree dove si registrava un abbassamento della produttività.

Estrazione fluido caldo

Reiniezione acqua fredda

Serbatoio geotermico

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